Originatesi negli Stati Uniti grazie soprattutto alla diffusione del libro di Juanita Brown “The world café, a resource guide for hosting conversations that matter”, quello del world café è divenuto un metodo molto utilizzato nell'ambito degli studi sul change managment e da coloro che si occupano di tematiche quali l’engagement del personale, l’innovazione collaborativa e i metodi di condivisione della conoscenza. Soprattutto in quest’ultima accezione, la metodologia si sta molto diffondendo anche come pratica di formazione del personale.

Tipicamente, in un world café, i membri di un’organizzazione o di una comunità si riuniscono in piccoli gruppi per discutere in maniera informale di un argomento ritenuto di grande importanza per la loro vita di tutti i giorni (lavorativa o personale), eventualmente stimolati da alcuni “facilitatori”. In successivi round di discussione, le persone cambiano tavolo (eccetto il cosiddetto “referente” del tavolo, che accoglie i nuovi arrivati riassumendo quanto emerso nel precedente round), favorendo, così, la circolazione delle idee e la generazione di nuovi spunti di riflessione tra tutti i partecipanti. Una sessione plenaria conclusiva, guidata da un “coordinatore” dei lavori, permette, infine, una riflessione collettiva e la condivisione di tutti i temi e le questioni più importanti emerse durante le conversazioni.

La metodologia permette, di conseguenza, a gruppi anche molto numerosi, come i dipendenti di un’organizzazione o i cittadini di una comunità, di contribuire in maniera creativa ad un dibattito. In un world café, infatti, ognuno può apportare il proprio punto di vista e le proprie proposte e confrontarle con quelle degli altri (ascolto dinamico), aumentando il livello di conoscenza complessivo del gruppo su un argomento ritenuto rilevante e aprendo nuove possibilità concrete di intervento relativamente a argomenti di interesse comune.

L’idea alla base di questo metodo è che, se un’organizzazione/comunità riesce a fornire uno spazio credibile dove si possano condividere le conoscenze e valorizzare i contributi di tutti i partecipanti, questi ultimi svilupperanno un forte committment verso un obiettivo comune e agiranno per collaborare in maniera innovativa. 

Alla base di ogni world café c’è un formato standard basato su sette principi guida:

1. Chiarire a tutti il contesto e lo scopo dell’incontro

2. Creare uno spazio accogliente e ospitale per creare un’atmosfera informale che inviti alla conversazione

3. Formulare domande che siano importanti per i partecipanti

4. Incoraggiare tutti a condividere le loro idee e le loro proposte con gli altri

5. Collegare le diverse prospettive facendo muovere i partecipanti tra i diversi tavoli per favorire la “cross-pollination” ovvero la contaminazione tra diversi punti di vista

6. Ascoltare per cogliere le tendenze prevalenti e le riflessioni più rilevanti

7. Raccogliere e condividere i risultati emersi in una discussione che coinvolga l’intero gruppo.

 

Breve bibliografia

1. Brown J.The world café, a resource guide for hosting conversations that matter, 2002.

2. Brown J. e la World Café Community (trad. deLuzenberger, G., Geraci G., Pianesi A.), Guida pratica all’organizzazione e alla gestione di incontri con la metodologia del world               café, 2002.

3. Burke C. e Sheldon K. Encouraging workplace innovation using the world café model, Nursing Management, 17(7), 2010.

4. Schieffer A., Isaacs D., Gyllenpalm B. The world café: part one, World Business academy Transformation, 18(8), 2004.

5. Brown J., Isaacs D., Margulies N. The world café. Creating the future, one conversation at a time, Patterns, 2002.